Milano è da quelle città che richiedono un approccio speciale. Può sembrare fredda e altezzosa, completamente priva di ospitalità. Ma questa è solo la prima impressione. Guardandola più da vicino, si può capire che aprirsi ad ogni disposto non è nelle sue regole. Compi il primo passo verso l’inavvicinabile Milano – fai una passeggiata attraverso i suoi antichi caffè.
Jamaica (Via Brera 32)
Un accogliente “caffè d’artista” nel quartiere di Brera, non lontano dall’Accademia di Belle Arti, è gestito da una famiglia da tre generazioni. Uno dei suoi primi ospiti abituali fu il futuro dittatore fascista Benito Mussolini, allora redattore capo del quotidiano “Il popolo dell’Italia”. Una volta se ne andò senza pagare, e così aprì una lista dei famosi debitori dell’istituzione.
Cova (Via Monte Napoleone 8)
Situato accanto al teatro della Scala, questo caffè-pasticceria divenne rapidamente il centro di attrazione del monde milanese. Tuttavia, non c’erano solo balli e feste di intrattenimento – nel 1848, fu qui che gli attivisti discussero della futura rivolta contro l’Austria. Oggi Cova è ancora molto popolare. Dopotutto, molti vogliono dare almeno un’occhiata al medesimo posto dove Garibaldi, Hemingway e altre personalità famose hanno gustato una tazza di caffè eccellente.
Bar Motta (Via Ugo Foscolo-Piazza Duomo)
Un classico bar italiano con una ricca storia. Quasi un centinaio di anni, qui affluiscono i milanesi di classi sociali completamente diversi. Durante la ripresa economica in Italia negli anni ’50, Motta divenne un elemento irrinunciabile per il programma domenicale della popolazione locale, tutto grazie ai magnifici dessert. Vale la pena dare un’occhiata qui almeno per vedere l’atmosfera, che crea l’interno in stile retrò. E, naturalmente, per il buon caffè.